venerdì 29 luglio 2011

Arrestato il nipote di Stefania Sandrelli


AGGIORNAMENTO: Inizialmente si era diffusa la voce che uno dei due malviventi fosse il figlio del fratello dell'attrice Stefania Sandrelli. Quest'ultima però, tramite il suo portavoce Saverio Ferragina, ha fatto sapere che "Roberto Sandrelli non è un parente e tantomeno un nipote"


Hanno rapinato in serie diversi negozi "Compro oro" in Toscana, e al loro terzo colpo sono stati arrestati dai carabinieri, che li avevano già individuati e li stavano pedinando. I due malviventi, armati di pistola e di coltello, e colti in flagrante a Viareggio, sono Cristiano Nazzi, 37 anni, di Seravezza, e Roberto Sandrelli, 46 anni, nipote dell'attrice, Stefania.
Da "nipote d'arte" a delinquente, dunque: Roberto Sandrelli è infatti il figlio del fratello della protagonista di "Divorzio all'italiana" e risiede a Viareggio. I due si presentavano nei negozi che avevano preso di mira indossando occhiali scuri, passamontagna e guanti. E sono stati bloccati proprio mentre stavano per varcare la soglia di un altro negozio che avevano preso di mira, in via Machiavelli.

I militari del nucleo investigativo di Livorno e della compagnia di Viareggio sono riusciti a risalire all'identità dei due rapinatori ai due partendo dall'auto utilizzata nelle due rapine effettuate in precedenza a Livorno. In entrambi i casi i banditi avevano minacciato con una pistola e immobilizzato le dipendenti dei negozi con nastro adesivo, per poi portar via soldi e gioielli per un valore di migliaia di euro.

Dopo appostamenti e pedinamenti i carabinieri hanno visto i due mentre mercoledì compravano in un'armeria di Viareggio una pistola giocattolo in metallo a cui poi hanno tolto il tappo rosso per farla sembrare vera e che poteva essere armata con cartucce a salve. In un caso avevano pronunciato una parola in dialetto livornese ("vaini", cioè soldi) e non è escluso che l'abbiano fatto per depistare le indagini.

L'arresto in flagranza risale a martedì mattina. Sandrelli e Nazzi indossavano camicie a maniche lunghe e guanti per coprire i tatuaggi con cui potevano essere riconosciuti. In auto e in casa sono stati sequestrati anche altri oggetti relativi ai loro colpi: un altro passamontagna, una calza annodata su un lato, manette artigianali realizzate con fascette da idraulico, denaro, cellulari e droga (marijuana e eroina).

"Questi episodi - ha spiegato il colonnello Saverio Nuzzi, comandante provinciale dei carabinieri di Livorno - devono far riflettere perché la crisi finanziaria ha agevolato la moltiplicazione dei negozi di 'Compro oro' che nella sola provincia di Livorno sono oggi una trentina. I negozi hanno una grossa disponibilità di denaro e di gioielli ma, nonostante ciò, sono dotati di pochissimi sistemi di difesa passiva".


Fonte: TGcom

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