Nell’estate del 2009 Melania Rea, incinta, si trasferisce a Somma Vesuviana, a casa di mamma e papà. Lì attenderà il parto. Salvatore resta solo ad Ascoli. Frequenta in segreto una soldatessa della caserma Clementi dove svolge l’attività di istruttore. Ludovica Perrone è bionda, di ottima famiglia. Un modello totalmente diverso dalla moglie, bruna mediterranea, ben tornita, un po’ naif. Il flirt si trasforma in amore travolgente. In autunno nasce Vittoria, la primogenita di Salvatore e Melania. La consorte del caporalmaggiore è tornata con la bimba nella casa di Folignano. Scopre la relazione clandestina del marito. Reagisce da donna del Sud. Si confida con l’amica del cuore, Valentina, ma non le racconta tutto. Ne parla con la madre Vittoria. Affronta il marito. Salvatore non può negare. Minimizza. Giura che è il flirt estemporaneo di un giovane uomo che si sentiva solo. Melania gli crede. Forse. Gli impone di troncare. Salvatore promette. Giura. Invece tiene viva l’avventura, la alimenta. Si illude di farla franca. Non immagina cosa l’aspetta.
La famiglia Rea gli chiede conto della sbandata. Un processo domestico, celebrato secondo le regole di una parte della società del Sud. Le corna sono un’infamia e se per disgrazia spuntano, vanno gestite in famiglia. Con discrezione. Senza dare scandalo. Lo hanno accolto come un figlio, Salvatore. Filava con Melania che lei aveva solo vent’anni. La famiglia perfetta. Magari. Vuole rovinare tutto? Mandare in malora matrimonio e famiglia? Parolisi coglie il messaggio dei Rea. Promette. Tranquillizza suoceri e moglie. Invece la love story si gonfia di umori sempre più forti. Salvatore è innamorato cotto. Progetta di andare a vivere con la bionda fanciulla. Ludovica si getta con passione nell’avventura. Scottata da tante delusioni vuole viversi la storia fino in fondo. Gli incontri clandestini proseguono. Melania affronta la rivale a muso duro. Due telefonate. «La mia famiglia è nell’esercito, se non la pianti vi rovina tutti e due». Padre e fratello di Melania prestano servizio nell’Aeronautica, difficile possano nuocere ai due piccioncini. Salvatore però si allarma. Non è il solo a far baldoria in caserma. Ma se mi trasferiscono? Melania lo tiene sotto tiro. Scenate in casa, mai. Quando litiga, la coppia si rifugia in campagna, lontana da orecchie indiscrete. “Ludo” tempesta Salvatore su Facebook, lui si nasconde sotto il nick Vecio Alpino. Farà cancellare l’account il giorno dopo la “scomparsa” della moglie. Strano. Salvatore è sotto pressione. Lo vedono piangere in auto. È al punto di rottura. Ludovica lo reclama, Melania non lo molla. E lui non sa che fare.
A Pasqua fa un passo falso. Promette all’amante di raggiungerla in hotel ad Amalfi, nel weekend. Ludovica vuole presentarlo ai suoi. Salvatore non ha mai detto a Melania che la lascerà. Forse lo fa il 18 aprile. Nel bosco delle Casermette. Melania lo gela. Se te ne vai, mi paghi gli alimenti e Vittoria la vedi quando lo dice il giudice. «La proditoria aggressione omicida con arma da taglio può essere stata determinata da una insana reazione incontrollata dell’uomo, che non ha saputo gestire psicologicamente le due pressioni contrapposte», scrive il gip nell’ordinanza. «Quella di Ludovica (donna con cui Salvatore voleva stringere un legame duraturo, preferendola alla moglie) e quella di Melania dall’altro (moglie decisa a difendere il matrimonio con forza, che in passato lo aveva duramente umiliato sul tema della fedeltà coniugale)». «Mi umiliava», aveva confidato Salvatore allo zio Gennaro. La cimice piazzata sulla Scenic aveva intercettato e registrato.
Fonte: Il Secolo XIX
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